I PESCATORI DI BALENE
delle regioni polari. Quando l'equipaggio del "Danebrog" s'avvide che il gran banco di ghiaccio non si era spezzato, come aveva dapprima sperato, fu
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prossimità della testa, facendolo passare, senza però spezzarlo, a bordo. Quando la lingua fu ritirata in coperta, i marinai cominciarono a far
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un rapido colpo di coltello la scannò. La morte fu quasi istantanea. Il tenente si avvicinò col ramo acceso e la osservò con curiosità. Era una
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'"iceberg", in un punto ove l'approdo non era difficile. La montagna di ghiaccio fu minutamente visitata. Misurava novanta e più metri di larghezza e
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lo smembramento fu continuato con tanta alacrità che alle 10 pomeridiane l'ultimo pezzo di grasso veniva ritirato a bordo. Il capitano fece tosto
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sollevò colla sua potente coda una montagna d'acqua così enorme, che la baleniera fu rovesciata violentemente su di un fianco atterrando coloro che la
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seghe, di picconi e di scuri. Il banco di ghiaccio che chiudeva il "fiord" fu accuratamente visitato. Era lungo duecentosessanta metri, largo
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ci crederei, tenente. - Io so che anche un cannone scoppiò. - Un cannone! - Sì, fiociniere, e aggiungerò che l'esperimento fu fatto da Huggens nel
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contava di regalarsi una eccellente zuppa. Fu in quella raccolta che egli scoprì una strana pianticella che prima d'allora non aveva mai vista e della
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balene di quando in quando vi fanno la loro comparsa. Prima del 1741 queste isole erano a tutti sconosciute. Il celebre navigatore danese Vito Behring fu
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riparazione che fu trovata perfettamente asciutta, i marinai spiegavano le vele e la nave si rimetteva in cammino dirigendosi verso il capo di Galles, che forma
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quale sudava, quantunque il termometro segnasse ancora 12o sotto lo zero. Non fu che alle 8 che i due balenieri stanchi, colle vesti lacerate dalle
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per crollare. Il 20 vi fu un pò di calma, ed i due balenieri ne approfittarono per sgranchirsi le gambe, ma dovettero prima lavorare un paio d'ore per
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consigliava ai due balenieri di andarsene verso sud, di abbandonare quel campo di ghiaccio che non avrebbe resistito per molto tempo al calore solare. Fu
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§Dormivano da tre o quattro ore, quando Koninson fu improvvisamente destato da un lontano abbaiare che rapidamente diventava fioco perdendosi verso
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nella rete del bompresso per non perdere di vista quelle macchie oleose che si dirigevano verso, l'est, seguendo le coste, della Giorgia. Ben presto fu
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ripercosse stranamente per la stretta valle, e si scagliarono l'un contro l'altro con rabbia estrema e colla testa bassa. L'urto fu terribile
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rottura dell'albero, tagliato in due dall'urto di un grosso ghiaccio. La prima cosa che fecero fu di tentare di guadagnar la riva; ma, almeno per il
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tranquillo. La vela fu subito issata, il timone messo a posto e i due balenieri "s'imbarcarono", come diceva Koninson, dirigendosi verso sud con una
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dono dal re Cristiano V. - Ah! È un'arma reale? - Sì, e ... Il fiociniere fu bruscamente interrotto da una voce che pareva scendesse dal cielo e che
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, fiociniere. Mi fu narrato da un capitano olandese, quindici anni, or sono, che un baleniere norvegese in quattro sole ore ne ammazzò più di
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in fiamme e riflettendo quei vigorosi bagliori illuminavano la regione polare fino agli estremi confini. Ben presto però l'immenso arco fu visto
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meglio un pezzo d'orsacchiotto, poi ripartirono. Il viaggio fu però di breve durata, poichè ben presto si alzò sul fiume un nebbione così denso da non
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olio di morsa che fu loro gentilmente offerto, con quante smorfie ognuno lo può immaginare. Terminato quel diabolico pasto, sontuoso per un eschimese
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l'alzarsi e lo spezzarsi dei ghiacci sotto i fianchi del legno. Per una mezz'ora, che parve lunga quanto mezzo secolo, il campo fu in piena
Accademia della crusca
